Perché rivolgersi ad un investigatore privato per accertare un’infedeltà coniugale? Molto spesso il coniuge tradito, a torto, si improvvisa investigatore privato e pone in essere alcune condotte, come il pedinamento, l’istallazione di telecamere o microspie atte a carpire immagini e conversazioni del coniuge con il/la presunto/a amante. Questo di solito avviene per la mancanza di conoscenza delle leggi vigenti e per lo stato di agitazione e angoscia che il coniuge tradito vive in quei momenti. Questi motivi però per le leggi vigenti non rappresentano un esimente e così il coniuge fedifrago e l’amante potrebbero chiamare il coniuge tradito a rispondere in sede giudiziaria del reato di interferenza nella vita altrui ed eventualmente del reato di diffamazione se le informazioni raccolte vengono diffuse. Quindi, spiare il proprio partner è un reato che potrebbe comportare una pena non proprio mite, visto che si rischiano dai sei mesi ai quattro anni. Per di più senza la licenza del prefetto non è possibile effettuare pedinamenti o raccogliere informazioni, anche se si tratta del proprio coniuge. Altro aspetto importante riguarda la liceità con cui vengono raccolti gli elementi di prova di un’infedeltà coniugale. Nelle modalità sopra descritte, configurandosi alcuni reati, la modalità di raccolta degli elementi di prova del tradimento non sono legittimi e quindi inutilizzabili in sede giudiziaria. In conclusione possiamo dire che per accertare un’infedeltà coniugale e raccogliere elementi di prova giudizialmente validi è opportuno avvalersi di un investigatore privato. In questo modo l’investigatore privato potrà tutelare gli interessi del cliente raccogliendo gli elementi di prova di cui necessita il coniuge tradito nel rispetto delle leggi vigenti. Solo in questo modo le prove raccolte potranno essere utilizzate in sede giudiziaria. .