l’aspetto più noto e studiato dell’informatica forense è la computer forensics che si occupa, ai fini probatori, delle tecniche e degli strumenti per l’esame metodologico dei sistemi informatici, ma stanno acquisendo sempre maggiore importanza anche altri aspetti legati all’impiego di tecnologie informatiche nell’ambito del processo penale. Un tipico esempio è il cosiddetto “esperimento giudiziale” virtuale, in cui si impiega il computer per riprodurre un fatto attraverso la “realtà virtuale”. Nell’ambito dell’informatica forense un aspetto fondamentale è la salvaguardia dei dati presenti sui supporti di archiviazione posti sotto il vincolo del sequestro, dunque non nella disponibilità del proprietario. A salvaguardia dei dati e della garanzia di inalterabilità di questi ultimi, gli operatori preposti all’analisi dei dispositivi di archiviazione utilizzano determinate metodologie volte a garantire e provare l’esatta corrispondenza dei contenuti in qualsiasi momento dell’analisi. Per rendere possibile ciò occorre “congelare” il dato, ossia porre in essere gli accorgimenti tecnologici atti ad impedire scritture (anche accidentali) di bit e a verificare che in un momento successivo i dati presenti siano gli stessi. Per adempiere a tali obblighi, oltre all’utilizzo di strumenti hardware o software che inibiscano qualsiasi scrittura sui dispositivi di archiviazione, vengono impiegati algoritmi di hash (solitamente MD5 o SHA1) allo scopo di generare una sorta di impronta digitale di ciascun file e/o dell’intero contenuto del dispositivo, permettendo quindi di verificarne l’integrità in qualsiasi momento successivo al sequestro. Servizio effettuato e certificato da ingegneri ed esperti informatici accreditati;.